2 luglio 2006 – 2 luglio 2008
Ciao Papà
Son passati due anni, papà, da quando ci hai lasciato e, con Te, se n’è andato un pezzo del nostro Cuore. Non è vero che il tempo colma i vuoti, è vero si va avanti, la vita ti distrae ma a volte quando Ti fermi ti accorgi che c’è quel buco nero irriempibile e che Ti lascia un dolore sottile e profondo. Stavo pensando da tempo a come fare per scrivere ancora di te su queste pagine di cui fosti il primo a sapere. Ed ho pensato di dedicarTi, oggi, a due anni dalla Tua nascita al cielo, dopo averne dedicate tante ad amici vicini e lontani in occasioni di tristi o liete ricorrenze, questa mia prima pagina. Di certo, in Paradiso, Internet non c’è ma ce ne sono altri di mezzi, con i quali Tu e gli altri nostri cari, potete guardare, proteggere e benedire, noi che siamo ancora quaggiù. La pagina, ho deciso, doveva essere rigorosamente verde come la speranza e come i Tuoi occhi.
Deciso di dedicarTi questa pagina, mi è venuto da pensare a come riempirla ed ho pensato di fare un piccolo report su ricordi della mia vita insieme a Te, il più lontano ed il più recente e tra essi tanti altri. Ricordo quando, piccolo e già pieno di “arteteca” mi portasti con Rosario piccolo e mamma a Positano e dal belvedere che dominava la spiaggia, feci cadere e persi per sempre la scarpetta nuova appena comprata ed i miei pianti inconsolabili e le scarpe nuove ricomprate immediatamente per mettere a tacere quella piccola peste come ricordo l’ultimo Tuo compleanno festeggiato insieme a mamma e circondato da tutti i Tuoi cari, posto d’onore ai Tuoi sempre troppo amati nipotini. Ricordo i miei pianti nel sentirTi a telefono e non poterTi avere vicino quando lavoravi a Capri e non tornavi la sera, i tanti compleanni festeggiati di Lunedì perché era il tuo giorno libero e la fotografia con Te e mamma non poteva mancare, ricordo quando mi venisti a prendere a scuola il mio primo giorno di seconda elementare (avevo frequentato la Primina) e mi portasti nella strada della Lobra e mi facesti alcune foto che ancora conservo gelosamente, ricordo quando, in estate, mi portavi a “lavorare” con te e mi insegnavi tante cose e guardavo a Te come una persona capace di fare tutto, ricordo le sere d’estate in cui organizzavi la “camerata” per noi ed i nostri cugini napoletani che venivano a trascorrere le vacanze da noi e la Tua Belvedere stracarica e piena di bambini impazienti di tuffarsi in acqua (qualche volta c’era anche il cagnolino) mentre dalla tua radiolina rossa Celentano cantava “Azzurro!”. Ricordo quando tornavamo da scuola e per farci mangiare, ogni giorno una nuova storiella, inventata al momento, ed ancora Rosario negli ultimi tempi Ti chiedeva di raccontarci l’ultima puntata di quella lasciata a metà! E quando, a fine pranzo, invocavi il mago Abracadabra affinchè ci facesse trovare sotto il bicchiere coperto dal tovagliolo, la “bella cosa” meritata per aver mangiato tutto. Ricordo quando, comprasti l’auto nuova, la prima della Tua vita, quella 126 verde, dedicata a Matilde, e ci portasti per un pic nic al Monte Faito innevato per festeggiare l’evento. Ricordo quando, grandicello, e frequentante il Liceo, mi consentivi di venire a Vico con Te e tutti quegli anni trascorsi tra nuove amicizie, film a josa e serate in cabina (ricordate Nuovo Cinema Paradiso?) ad aspettare che terminassi il turno di lavoro su quella sedia sdraio rosso-giallo-blu . Ricordo tutta la Tua fatica per costruire, sotto il sole cocente di Luglio, quella pedana e l’impianto di illuminazione per la mia festa con gli amici, che doveva essere speciale, dopo la maturità. Ricordo, quando, la sera del terremoto dell’80, tornasti a casa e non volevi più finirla di abbracciarci dopo averci ritrovati tutti incolumi. Ricordo il Tuo orgoglio quando tornavo a casa dopo aver ottenuto un 30 od un 28 all’Università ed il mio rimpianto di non averti saputo dare la soddisfazione di un figlio laureato. Ricordo quando mi sventolasti sotto il naso il telegramma con cui mi chiamavano a Milano dopo aver vinto il concorso e mi dicesti “Vai Lello e dimostra quello che vali!”. Ricordo tutte le volte che a tarda notte o al mattino presto venivi a prendermi o a portarmi a Sorrento nei miei continui arrivi e partenze da o per Milano. Ricordo le Tue parole nel giorno del mio matrimonio e la Tua felicità di quel giorno. Ricordo tutte le volte che poi venisti a Milano e rendesti più funzionale la nostra casetta, le Messe al duomo insieme a Te e mamma, “L’espatriata” in Svizzera e la Tua curiosità nel passare una frontiera per la prima volta e la Tua espressione di disgusto nell’assaggiare il caffè come lo fanno da quelle parti. Ricordo la nascita del Tuo primo nipotino, Francesco, e la Tua immensa gioia per essere diventato nonno. E poi, ricordo, le volte che sei stato a Potenza, dove hai lasciato anche lì tracce del Tuo ingegno e come Ti piaceva la tranquillità, forse troppa del luogo. Ricordo quando perdemmo Alexandra e le Tue parole di conforto che non sai quanto mi aiutarono a superare quel triste momento. E ricordo quando nacque Simona e Tu nonostante i Tuoi acciacchi volesti venire a vederla, appena nata a San Giovanni Rotondo e prendendola in braccio non finivi mai di ringraziare Padre Pio, allora non ancora Santo, per quel dono immenso. Ricordo poi, tutti i Natali e le Pasque a casa Tua, tutti intorno al tavolo con la famiglia che piano piano andava aumentando, aspettando la Tua benedizione ed il ringraziamento a Gesù Bambino o Gesù risorto che ci aveva donato un altro anno di vita insieme, ed i Tuoi nipotini che facevano a gara per avere le Tue attenzioni. Ricordo tutti i pranzi a casa Tua che terminavano inevitabilmente con le Tue canzoni ed il Tuo caffè. Ricordo gli ultimi anni in cui la fatica e la sofferenza aumentavano sempre più ma che ciò nonostante avevi sempre un sorriso per i Tuoi nipotini ed un consiglio per noi. E ricordo, quando negli ultimi tempi, nonostante la stanchezza sempre più incombente, dopo che Ti fu donata quella poltrona automatica, facevi credere a Giorgia, la Tua nipotina più piccola, che con la potenza del tuo fiato riuscivi a far muovere la sedia solo soffiando e Lei ridendo ci cascava e cercava di imitarti senza riuscirci. Papà, potrei ricordare tante altre cose tra tutte quelle che hai fatto per noi nella Tua vita piena di sacrifici, ma l’elenco sarebbe sempre incompleto. Ed allora mi fermo qui, invocando il Signore che tutto può affinché non Ti faccia mancare mai la Sua Compagnia Consolatrice e certo che tutto quello che puoi fare da lassù per i Tuoi cari, lo stai già facendo.
Ci manchi papà!
Lello